SGUARDI DI PRIMAVERA ANIMALI FANTASTICI NEL GIARDINO DEI TULIPANI

Articolo di Monica Gazzola su Veg Fashion
Dal 23 marzo al 27 aprile 2025 nella meravigliosa cornice di Villa Pisani Bolognesi Scalabrin a Vescovana (PD) è aperta la mostra “Animali fantastici” dell’artista padovana Sonia Strukul.
Ho avuto la fortuna di visitarla in uno splendido pomeriggio di primavera, tra tulipani in fiore e antichi saloni. Sonia ha seguito un percorso artistico particolare: dopo l’Accademia di Belle Arti di Venezia e l’ Ecole Superieure des Beaux Arts di Parigi con i maestri Leonardo Cremonini e Riccardo Licata, ha diretto la sua arte nella creazione di tessuti e gioielli per le maisons Balenciaga e Van Cleef & Arpels, e ha soggiornato a lungo in Africa e Oriente.
Questo suo composito background artistico-culturale si rivela nelle sue opere, ricche di colori vivaci, con decorazioni di strass che rinviano a tessuti preziosi, volti umani e non umani ieratici come maschere rituali.
In questa mostra, in particolare, Sonia ha voluto omaggiare il mondo degli animali non umani, da sempre oggetto-soggetto del suo amore e della sua indagine artistica.
Leoni e gazzelle fianco a fianco; panda, gorilla e foche tra simboli religiosi; e moltitudini di creature marine tra alghe rilucenti, uccelli svolazzanti in vegetazioni tropicali – un’immersione nella Bellezza dei viventi, umani e non umani, che emergono da fondali neri in un turbinio di colori e decorazioni guardandoti dritto negli occhi.
In mezzo, una tela raffigurante una donna con un camaleonte e una farfalla, titolata “Soniador”, che così illustra l’Autrice: “Il titolo deriva dallo spagnolo sonador che significa sognatore, ho fatto una storpiatura inserendo il mio nome. Da qui inizia la mia ricerca, è un’opera emblematica per il percorso che porto avanti da anni. E’ il sogno, l’idea, il progetto che si realizza e rende forma. Un autoritratto, dalla bocca esce un filo rosso che termina in una farfalla, ma prima di essere questo splendido insetto era bruco, poi crisalide e infine farfalla, per me rappresenta un pensiero che prima di giungere a realizzazione ha bisogno di un periodo di gestazione. In primo piano il grande camaleonte ci osserva, eccolo è nato, ha preso forma la metafora della trasformazione e dell’adattamento all’ambiente e alle situazioni, necessario alla sopravvivenza”.
Muovendomi tra i quadri di Sonia ho provato un profondo senso di pace, unito a una sottile nostalgia, e ho pensato al giardino dell’Eden e all’anello di re Salomone, in un tempo felice in cui animali umani e non umani convivevano pacificamente, nutrendosi di erbe e frutti, e parlando la stessa lingua. Suggestione rafforzata da una delle opere, in cui tra gli animali si intravedono alcuni simboli delle grandi religioni giudaica, cristiana, islamica e buddista. Mi sono così trovata a meditare, ancora una volta, su come in tutte le religioni – e, quindi, nel profondo del sentire umano – ci sia il ricordo – o il sogno – di un tempo in cui animali ed umani parlavano la stessa lingua. E’un archetipo che compare in pressoché tutte le culture. E sempre, l’età della lingua comune tra animali ed umani, è l’età felice, l’età dell’oro, l’Eden, a partire dall’Antico Testamento: “E Dio disse: Ecco, io vi ho dato ogni erba dotata di semenza, che genera seme, che è sopra tutta la terra, e ogni albero che ha in sé un frutto portatore di semenza: questo sarà per il vostro nutrimento; anche per tutte le bestie della terra e per i volatili del cielo e per ogni rettile che striscia sulla terra, che ha in sé anima di vita, ogni erba verde (sarà) per loro nutrimento”. (Gen. 1,29-30). La cacciata dal Giardino dell’Eden segna per sempre la fine della comprensione tra uomo e animali.
Vi è una stretta interdipendenza tra comunanza di linguaggio, comunanza di vita e assenza di conflitti. E questa intima connessione riaffiora anche in una delle più belle leggende ebraiche: il re Salomone, grazie ad un anello magico, parlava con i quadrupedi, con gli uccelli, con i pesci e con i vermi. Ma, un giorno, accecato dall’ira per avergli un usignolo svelato che una delle sue mogli lo tradiva, egli buttò via l’anello magico. E da quel giorno, il suo cuore si indurì verso gli animali.
Anche nel cuore della Grecia classica riecheggia il mito di un Eden primordiale, l’età felice narrata da Empedocle, una originaria vita ove non esistevano guerra, caccia, proprietà. Ed è Platone che ne coglie il richiamo nostalgico: “Allora gli uomini avevano grande disponibilità di tempo e potere di stabilire relazioni e conversazioni non solo fra gli uomini, ma anche con le bestie, facevano uso di tutte queste condizioni in funzione della filosofia, discorrendo appunto fra loro e con gli altri animali”.
Muovendomi tra gli sguardi degli animali non umani di Sonia Strukul, ho provato qualcosa di simile al giardino dell’Eden: un luogo di comprensione reciproca, di assenza di barriere linguistiche e di conflitti, uno scambio di sguardi che cercano e trovano risposte. Grazie, Sonia, namasté.
domenica 23 marzo 2025
Via Roma ,25 - Vescovana - Padova - Italy
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